Teoria e quiz interattivi per la formazione del personale addetto al servizio antincendi
Possono essere suddivisi in quattro categorie.
Rimangono allo stato gassoso anche quando raggiungono raffreddandosi la temperatura ambiente di riferimento 15°C.
La produzione di tali gas dipende:
Nella stragrande maggioranza dei casi, la mortalità per incendio è da attribuire all’inalazione di questi gas che producono danni biologici per anossia o per tossicità.
Sono costituite dall’emissione di luce conseguente alla combustione di gas.
Nell’incendio di combustibili gassosi è possibile valutare approssimativamente il valore raggiunto dalla temperatura di combustione dal colore della fiamma; infatti quest'ultimo varia da un colore rosso nascente a bianco abbagliante all'aumentare della temperatura (scala cromatica delle temperature nella combustione dei gas).
È l'elemento più caratteristico dell'incendio, perché ne identifica la presenza anche da grandi distanze.
Esso è formato da piccolissime particelle solide (aerosol) e liquide (nebbie o vapori condensati).
Le particelle solide sono sostanze incombuste e ceneri che si formano quando la combustione avviene in carenza di ossigeno e vengono trascinate dai gas caldi; rendono il fumo di colore scuro.
Le particelle liquide (nebbie o vapori condensati) sono costituite da vapor d’acqua che al di sotto dei 100°C condensa dando luogo a fumo di color bianco.
È la causa principale della propagazione degli incendi; provoca l’aumento della temperatura di tutti i materiali e i corpi esposti, provocandone il danneggiamento fino alla distruzione.
Il calore è dannoso per l'uomo in quanto può causare disidratazione dei tessuti, difficoltà o blocco della respirazione, scottature.
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